L'ostello di Alessandria si chiama IL CHIOSTRO proprio perché in origine il complesso
era un convento: un
edificio costruito nel XV secolo, in cui gli abbellimenti rinascimentali si
fondono nello stile romanico della struttura, annessa alla chiesa di Santa Maria di Castello. L'abitazione dei
religiosi, dal 1620 un'abbazia e poi una parrocchia, è stata quindi concepita
come dimora di residenza e accoglienza,
progettata ed edificata con stanze adibite a 'foresteria' per i pellegrini
secondo le tradizioni di ospitalità ( XENÍA ) delle antiche civiltà
mediterranee, greco-romane e medievali.
Usanze di cui rimane memoria indelebile nelle
architetture di castelli e conventi, edificati con appartamenti e camere
riservate ai 'forestieri', che si sono tramandate nelle case moderne più agiate, in cui non manca
una 'stanza degli ospiti', e sono impresse nel significato della parola ostello,
che deriva dalla latina hospitale,
a sua volta diventata la francese hotel,
in italiano albergo...
... come è oggi l'Ostello di Alessandria!
Una struttura ricettiva nel circuito AIG - Associazione Italiana Alberghi per la gioventù, IL CHIOSTRO di
Alessandria si rivolge a molteplici utenti: studenti universitari, turisti - in particolare giovani e
famiglie con bambini, lavoratori ambulanti - professionisti in trasferta,
commercianti di passaggio e artisti in tournée.
E, come dimora di
ospitalità, aperto verso la realtà in cui alberga: la città che la
circonda, di cui il complesso fa parte anche come sede di eventi e della vita sociale della comunità.
IL CHIOSTRO è promotore di molte iniziative, in particolare la consueta festa di quartiere, la Festa di Borgo Rovereto, e il Festival di grafica Inchiostro, e collabora con molte scuole, associazioni e imprese di Alessandria - il Conservatorio A. Vivaldi, l'European Trumpet Academy, la Scuola di danza Artes, il BikeBar, la Casa di Quartiere, la Cooperativa sociale Coompany &, l'Associazione Lab21,... - e nei dintorni della città con l'AstroBioParco di Felizzano. Inoltre, nello spirito più autentico delle tradizioni di ospitalità di cui è erede e innovatore, in collaborazione con l'Associazione Sine Limes nel 2015 l'Ostello di Alessandria ha messo a disposizione delle autorità cittadine alcuni dei propri spazi per l'accoglienza di profughi che, dopo l'arrivo in Italia, in attesa dei documenti che permettano loro di raggiungere parenti e amici in altri paesi o di risiedere in Italia con regolare residenza e permesso di lavoro, sono temporaneamente domiciliati in centri e strutture di assistenza. Un'esperienza ormai consolidata da un anno e che si è dimostrata molto positiva per tutti, i gestori de IL CHIOSTRO e, come espresso con soddisfazione dai residenti temporanei e con sinceri e spontanei gradimenti dai turisti, da tutti gli ospiti dell'ostello.
Un'esperienza di solidarietà in cui si è sviluppata anche la collaborazione alla realizzazione di borse e beauty-case in stoffa, accessori molto utili per chi viaggia, nel cui modello - come racconta la storia di Maurice, il loro ideatore - si fondono creatività africana e stile italiano. La prima collezione è stata presentata al mercatino di Natale dell'IPAB Soggiorno Borsalino, una struttura di assistenza socio-sanitaria d'avanguardia da oltre 150 anni, un 'gioiello' d'architettura emblematico della storia della città.
ALESSANDRIA, una città sorprendente
Il suo motto, DEPRIMIT ELATOS LEVAT ALEXANDRIA STRATOS, dice che Alessandria umilia i superbi ed eleva gli umili. Infatti è una bella città, ma non appariscente... Non è come Venezia, unica al mondo, neanche Roma, caput mundi, e non possiede monumenti e patrimoni artistici di fascino come la Torre di Pisa, Ponte Vecchio e gli Uffizi a Firenze, la Mole Antonelliana e il Museo Egizio a Torino, oppure l'Arena, il Teatro Romano e il balcone di Giulietta a Verona... Non ha nemmeno attrattive come la vitalità suggestiva di Napoli e Palermo o la vicinanza di spiagge marine e vette montane... Non ha proprio niente di tutto ciò che fa di molte delle tante città italiane gemme scintillanti nel diadema della grande bellezza nazionale. Se fosse una persona, si direbbe che è molto elegante, e non vanitosa della beltà del proprio centro storico e delle molte virtù con cui, come una "perla rara", spicca incastonata nel mosaico che di preziosità nel Belpaese...
Si estende nella pianura scarsamente abitata dalla preistoria e, come testimonia il sito archeologico del Forum Fulvii, in cui i romani si insediarono dal 129 a.C. quando per collegare Derthona (Tortona) e Hasta (Asti) il console Marco Fulvio Flacco tracciò la Via Fulvia.
Venne fondata il 3 maggio 1168 e il suo toponimo ricorda che fu edificata per volere del papa, Alessandro III, schierato al fianco dei comuni uniti nella Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa e suoi alleati, in particolare i marchesi del Monferrato, che infatti dopo aver espugnato Susa e Asti si volsero contro il nuovo centro urbano, attaccandolo con un lungo assedio (ottobre 1174 - aprile 1175), cui però Alessandria non soccombette. In un documento imperiale del 1184 è citata come la città della popolazione formata de tribus locis, Gamunde vicelicet et Meringin et Burgul, rispettivamente abitanti a Gamondium - Gamondio, Marenghum - Marengo e Bergolium - Bergoglio (nella miniatura del XI-XII sec. rappresentato a destra del Tanaro, il fiume che attraversa Alessandria). Per sfuggire alle pretese delle vicine rivali - Asti, Casale Monferrato e Pavia - Alessandria si pose sotto la protezione di Milano, restando un comune indipendente fino al 1707, quando con la conquista venne annessa al Regno dei Savoia e, dopo la celebre battaglia di Marengo, dal 1802 al 1814 nei domini della Francia di Napoleone. Tornata una provincia del Regno di Sardegna, cioè piemontese, nel 1821 Alessandria fu a capofila dei moti risorgimentali e la prima città in cui, sventolò il tricolore italiano, dove con l'impresa condotta da Santorre di Santarosa venne innalzato sulla fortezza militare, la Cittadella, un complesso straordinario e l'unico esemplare di struttura militare dell'epoca che conserva la conformazione e l'ambientazione originali, progettata e costruita tra il 1732 e il 1745 nell'area dell'antico quartiere Bergoglio.
Dal 1857 la storia della città è inscindibilmente collegata alla celebrità dei Borsalino, ovvero di Giuseppe Borsalino e i suoi discendenti e dei loro cappelli, portabandiera dell'eleganza Italian style e delle produzioni artigianali made in Italy.
Nessun commento:
Posta un commento