mercoledì 2 settembre 2020

Una "rosa" monferrina in Sicilia


Una pronipote di Aleramo, nel 1087 la 13enne Adelasia del Vasto andò in sposa a Ruggero I d’Altavilla, uomo “assai bello, di alta statura e di proporzioni eleganti, pronto di parola, saggio nel consiglio, lungimirante nel trattare gli affari” che una 30ina d’anni prima aveva condotto una schiera di normanni attraverso l’Italia e alla conquista di Puglia, Calabria e 
Sicilia, dove aveva sconfitto i precedenti dominatori, gli arabi. 

Il ruolo della dama monferrina nelle imprese dei cavalieri normanni in Trinacria è attestato dal Mandato di Adelasia, il documento cartaceo più antico d’Europa, e da molte cronache, in cui è riferito che vi giunse accompagnata da un gruppo di propri conterranei, il primo di altri. Fino al XIII secolo il flusso migratorio fu molto consistente, tanto che l’antico dialetto gallo-italico del suol d’Aleramo in Sicilia è tuttora parlato anche nelle isole linguistiche alloglotte dette colonie lombarde, cioè “dei longobardi”. Sicuramente gli interscambi produssero dei benefici in Monferrato, dove in un passato tanto remoto che adesso non si ricorda più quando vennero trapiantati il grano saraceno e il riso, la cui coltivazione i siciliani a loro volta avevano appreso dagli arabi, e chissà, forse anche l’usanza di piantare le rose “a guardia” dei vigneti 


... come mostra questa foto scattata dal vignaiolo indipendente Giuseppe Pettinato che produce il Nero d’Avola coltivandone le uve nel terroir in una zona tra i monti Nebrodi e la città di Patti, nella cui cattedrale riposa la prima gran contessa di Sicilia, madre di Ruggero II il Normanno, primo re di Sicilia,... una bella e colta marchesa del Monferrato.


LE ROSE, SENTINELLE DEI VIGNETI : Poiché sui loro boccioli si notano subito, prima che nelle viti, l’attacco di parassiti, l’insorgenza di malattie e le carenze di minerali nel terreno, i vignaioli esperti pongono gli arbusti del fiore ornamentale ai margini dei filari come pianta spia che avvisa della necessità di intervenire per curare la salute del vigneto e del terroir.




venerdì 14 agosto 2020

FERRAGOSTO 2020 : la prima festa stagionale di una nuova epoca

In tutta Italia il 15 AGOSTO e le giornate intorno alla sua ricorrenza sono festive, in molti borghi antichi dedicate allo svolgimento di sagre e manifestazioni, mentre le città si "svuotano", perché famiglie e gruppi di amici si recano in spiaggia al mare, al lago e sulle rive dei fiumi oppure fanno gite in montagna e, in particolare, scampagnate... 

Quest'anno purtroppo non si svolgeranno il Palio di Siena e le cuccagne che animano il Ferragosto da secoli, precisamente una ricorrenza dal 18 a.C., anno in cui l'imperatore Augusto (Ottaviano, successore di Giulio Cesare) fissò nel calendario romano la festività in cui nella "città eterna" e nel mondo latino le popolazioni potevano interrompere la quotidianità, quindi anche ogni occupazione e lavoro (perciò una festa denominata Feriae Augusti, cioè "riposo di Augusto"), per celebrare vari riti ancestrali: 
  • le Vinalia rustica in onore di Giove e di Venere;
  • Nemoralia (o Festa delle Torce) in origine praticati al santuario di Diana al Lago Nemio e poi dalle popolazioni latine in ogni luogo dell'impero, in seguito dai cristiani alla ricorrenza come dell'Assunzione di Maria;
  • i Consualia dedicati a Conso, divinità che proteggeva i granai e gli approvvigionamenti, nume tutelare del conserere, "seminare", e del condere, "far provvista" e "fondare", patrono dei contadi e dei contadini, che in suo onore organizzavano spettacolari corse equestri, gare in cui competevano cavalli, asini e muli... allora i compagni di lavoro degli agricoltori. 
Il Ferragosto dei latini coincide con il Lughnasadh (detto anche Lúnasa Lughnasa) e il Lammas (loaf-mass, "festa dei pani") in cui le civiltà celtiche e gaeliche ringraziavano il dio Sole (Lúg) con l'offerta del pane cucinato con il grano appena raccolto. Molteplici celebrazioni religiose e feste di paese infatti sono tradizioni in cui è sedimentata, conservata e tramandata la memoria del passato in cui l'umanità viveva in simbiosi e in sintonia con la Natura, trascorrendo il tempo al ritmo della vita biologica nel ciclo delle stagioni.

L'evoluzione del progresso tecnologico ha gradualmente invertito le interdipendenze tra habitat ed esseri umani, che però hanno sfruttato le risorse del pianeta senza limitarsi e con conseguenze tanto devastanti che adesso sulle sorti del mondo incombe la minaccia del collasso dell'ecosistema e, per evitare che ciò accada, bisogna agire... tempestivamente. 

Il cambiamento globale teorizzato da un sociologo nel 2010 quest'anno contrassegna la "svolta" epocale dell'economia mondiale e l'inizio della fine di un periodo storico cominciato l'estate di 75 anni fa

Comparso sulla Terra all'inizio dell'era geologica attuale, detta olocene, l'Homo Sapiens ha progressivamente modificato il proprio habitat e l'evoluzione del pianetaIl primo a dare una denominazione specifica all'era geologica in cui la Terra è massicciamente segnata dalle attività umane e i loro effetti nell'ecosistema fu il geologo Antonio Stoppani (Lecco, 1824 - 1891, Milano), che nel 1873 la definì era antropozoica. Successivamente un geochimico russo Vernadskij considerò che nei processi dell'evoluzione la scienza e la tecnologia hanno «un'influenza sempre maggiore sugli ambienti circostanti» distinse le dimensioni della realtà in biosfera e noősphera (mondo del pensiero). Nel 1992, Andrew Revkin denominò l'epoca Antrocene e nel 1973 nella seconda edizione della Great Soviet Encyclopedia venne inserita la voce Anthropogenic System
La parola attualmente in uso, ANTROPOCENE è stata coniata dal biologo Eugene F. Stoermer, che nel 2000 la propose in un saggio scritto insieme a Paul J. Crutzen, già insignito del Premio Nobel per gli studi sulla «chimica dell'atmosfera, la formazione e la decomposizione dell'ozono», pubblicato sulla newsletter dell'International Geosphere–Biosphere Programme. 
 
Dai tempi della rivoluzione agricola avvenuta 10.000 anni fa, alla rivoluzione industriale cominciata nel XIX secolo, l'antropocene è giunto al culmine nel presente, cioè nell'epoca storica che si considera aver avuto inizio i16 luglio 1945 quando, per verificarne il potenziale distruttivo, venne fatta esplodere la prima bomba atomicaL'esperimento, detto TRINITY TEST, venne condotto dall'esercito USA insieme al team di scienziati del progetto Manhattan e fu eseguito alle 5:29:45 del mattino in un'area del deserto del New Mexico denominata Jornada del MuertoL'ordigno, simile a quello che il successivo 9 agosto distrusse la città giapponese di Nagasaki, era soprannominato THE GADGET.
Non l'unica conseguenza letale delle devastazioni compiute dall'umanità a danno dell'ambiente, e di se' stessa, la pandemia del 2020 è la causa scatenante di una serie di reazioni ed effetti. Come una miccia, ha innescato l'esplosione di una crisi economica che per gravità e dimensioni non ha precedenti nella storia e reso evidente che non si possono più fare le stesse "cose" che l'hanno provocata... lo dimostrano una ricerca scientifica presentata il 15 luglio scorso da The Guardian Increase in invasive species poses dramatic threat to biodiversity Tourismtransport and the climate crisis found to be major drivers of rise in alien plants and animals, which can decimate ecosystems - e le recenti rilevazioni sui "disturbi sismici" delle attività antropiche prima, durante e dopo la stasi del 2020

Il Rapporto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile 2020 presentato aForum che dal 7 al 16 luglio ha riunito i rappresentanti di governi, società civile e mondo degli affari e della finanze, parla chiaro: la crisi economica post-Covid19 ha avuto gravissime ricadute immediate sulle condizioni di vita della popolazione mondiale, in 6 mesi peggiorate tanto da azzerare 10 anni di progressi sociali.

Dopo che nei primi mesi del 2020 son venuti al pettine i garbugli di tante problematiche sociali e ambientali attorcigliate l'una con l'altra, per la prima volta nella storia l'umanità affronta le difficoltà del presente con la consapevolezza di aver poco tempo a disposizione per prendere decisioni cruciali e determinanti... Tra le varie soluzioni elaborate spicca la proposta del GREAT RESET, il cui "modello" si applica in ogni ambito economico, anche nel TURISMO. Lo dimostrano una ricerca scientifica presentata da The Guardian il 15 luglio scorso Increase in invasive species poses dramatic threat to biodiversity Tourismtransport and climate crisis... - e le rilevazioni sui "disturbi sismici" prima, durante e dopo il lock-down

IL TURISMO NEGLI ORIZZONTI DELLA SOSTENIBILITÀ 

Già adesso nessuno può più fare vacanze e tour "spensieratamente", ma in futuro ancor meno perché prima della partenza e durante il viaggio e il soggiorno tutti dovranno prendere misure di cautela adeguate a prevenire ogni possibile conseguenza alla salute di persone, fauna e flora nell'itinerario e nella destinazione. Nonostante la vendita di servizi e "pacchetti" turistici e, allo scopo, la promozione delle attrattive locali come i patrimoni ambientali e culturali, siano funzionali a incentivare lo sviluppo economico dei territori e così ad aumentarne le risorse per finanziare il risanamento degli ecosistemi e la salvaguardia della biodiversità, le analisi dimostrano che attualmente gli effetti di spostamenti e attività dei flussi turistici provocano danni ambientali tanto devastanti da non poter essere "compensati" tramite i profitti economiciInoltre, dopo la pandemia in tutte le località turistiche del mondo l'afflusso di masse di persone è meno redditizio di prima perché la prevenzione dei contagi ha costi enormi. Conformare attività produttive e commerciali ai criteri di sostenibilità e adeguare pratiche e procedure dei servizi di trasporto, accoglienza e ristorazione ai requisiti della sicurezza sanitaria e agli standard della protezione ambientale renderà il turismo sempre meno consumistico e sempre più responsabile e sostenibile, perciò man mano sempre meno commerciale e, probabilmente, sempre più assistenzialedi supporto alla cura della salute psico-fisica e del benessere delle persone... proprio come in antiche tradizioni e "spirito" del Ferragosto.


Per secoli la principale festività estiva è stata la giornata dell'anno in cui le comunità, sia rurali che urbane, celebravano rituali per rinsaldare il proprio legame con la Terra, cioè con la natura e i suoi elementi. 

Il progresso tecnologico perseguito senza limiti nell'uso dei "doni della Natura" ha devastato il pianeta, deturpandone il paesaggio, spezzando il fragile ma portentoso equilibrio tra le "forze della natura", così provocando molteplici disastri ambientali, e causando l'estinzione di tante specie floreali e faunistiche e la migrazione di altre, tra cui piante e animali infestanti e minuscoli batteri e virus che con lo spostamento aggrediscono altri esseri viventi. La storia è un susseguirsi di civiltà progredite diffondendo benefici, prosperità e agi, però aggredendosi a vicenda e con enormi sperequazioni tra le persone e le società, quelle più povere e "arretrate" afflitte da povertà e indigenza mentre quelle più ricche e "avanzate" in cui si abusa e fa spreco delle risorse. Che questi effetti negativi fossero insiti nelle dinamiche evolutive del mondo manipolato dall'uomo (l'antropocene) e che nelle dimensioni artificiali della realtà si viva in modo innaturale, caotico e frenetico non sono però "novità" dei tempi moderni, anzi... gli antichi  ne erano consapevoli da tempi immemori, come testimoniano la storia e le origini di una fiaba nota a tante generazioni di molti paesi del mondo: IL TOPO DI CITTÀ E IL TOPO DI CAMPAGNA.   

Una delle 358 FAVOLE (
μῦθοι) raccolte dal greco Esopo vissuto tra il VII e il VI secolo a.C. e la sesta satira del II libro di SERMONES pubblicati nel 35 a.C. 
dal romano Orazio, che si riferisce ad essa come una vecchia storia, raccontata dalle nonne, e la narra per dimostrare i vantaggi della quiete della campagna e, paragonando i cibi semplici e genuini della cucina rustica a quelli raffinati dei banchetti cittadini, di prudenza, frugalità e parsimonia rispetto al lusso, nell'antologia di Favole di Esopo e altri autori stampata nel 1545 a Napoli viene descritta ricordando che la sua sentenza (morale) "c’insegna, che le ricchezze pajono dilettevoli, ma a guardar bene, hanno in se' pericoli, ed amaritudine". 

Con la globalizzazione, nel XX secolo ha cominciato a diffondersi il turismo di massa, e proprio l'Italia, già meta di pellegrinaggi e viaggi fin dal medioevo e dei Grand Tour della Belle Epoque, è diventata una delle destinazioni turistiche maggiormente frequentate da turisti di tutto il mondo... mentre nel Belpaese, dove era una tradizionale giornata di vacanza, anzi "la vacanza" per antonomasia, il Ferragosto è diventato un fenomeno turistico nazionale. In particolare tra il 1931 e il 1939, anni in cui le gite organizzate, escursioni nelle città d'arte e soggiorni in località salubri coordinate dalle corporazioni e associazioni dei lavoratori, vennero promosse mediante apposite offerte speciali per la Gita di un sol giorno della distanza fino a circa 100 km e la Gita dei tre giorni nelle date del 13, 14 e 15 agosto e per il tragitto con l'approntamento dei mezzi di trasporto, i Treni Popolari a prezzi ridottissimi detti Treni di ferragosto.


domenica 19 gennaio 2020

Il 2020 nel segno di ALDO NOVARESE


Il disegnatore di alfabeti più prolifico del  ’900, e del mondo

Nato il 29 giugno 1920 a Pontestura, un borgo storico del Monferrato che gli ha dedicato una strada importante, Aldo Novarese trascorse l'infanzia a Torino, dove dal ’31 al ’33 frequentò la Scuola per Artieri Stampatori  e fino al ’36 i corsi della Scuola Tipografica e di Arti Affini all’Istituto Vigliardi-Paravia, in cui dagli anni ’50 ha insegnato. Autore di testi didattici e numerosi articoli sulle tecniche di progettazione dei caratteri tipografici, ha cominciato a disegnarli nello Studio Artistico della storica Fonderia Caratteri Nebiolo, in cui venne assunto come apprendista a 16 anni, dove è stato ininterrottamente impiegato fino al '52, che ha diretto dal ’52 e con cui ha collaborato anche dopo il pensionamento, fino al ’74Da apprendista, Novarese vinse la medaglia d’oro alle Ludi Juveniles del ’38. Da art-director è stato insignito di riconoscimenti e premi nei decenni ’50 e ’60 e nel ’79 del prestigioso Compasso d’Oro. Nel ’54 elaborò una classificazione dei caratteri tipografici nel ’99 considerata la «più convincente, soprattutto da un punto di vista didattico». Compositore di una straordinaria quantità di alfabeti, quasi 80 serie e oltre 200 varianti, nel ’95 fu proclamato “insuperabile” ed è tuttora detentore del record mondiale, un primato che lui ha stabilito facendo sempre e unicamente il “suo mestiere”: la professione in cui era maestro per vocazione, che da allievo ha imparato con passione e da “grande” svolto con orgoglio, come diceva affermando «creatori di caratteri si nasce».

I CARATTERI DI ALDO NOVARESE