mercoledì 10 aprile 2019

Memorie e souvenir del conte "gira-mondo"

Figlio del conte Pio Gerolamo Vidua (1748-1836), che è stato il primo segretario di Stato per gli affari interni nel primo ministero della Restaurazione del Regno di Sardegna, CARLO VIDUA nacque il 28 febbraio 1785 a Casale Monferrato, dove trascorse l'infanzia, visse l'adolescenza a Torino e da giovane soggiornò a lungo "all'estero" - nel 1809 a Nizza e in Provenza, quindi a Milano, Firenze e Roma  e nel 1814 e 1815 a Parigi - e dal 1818 in poi ha viaggiato continuamente. Cominciò con un tour nell'Europa del Nord, andando in Inghilterra, Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia e arrivando in Russia, dove si soffermò a San Pietroburgo e Mosca e, percorrendo il Caucaso, la Crimea, l'Asia Sud-Occidentale e il Medio Oriente, raggiunse lEgitto e arrivò in Terra Santa, quindi si diresse ad Atene e in Attica e, dopo una sosta a Tunisi, una a Marsiglia e unaltra in Provenza, si spinse in America, dove visitò gli Stati Uniti, il Canada e il Messico, e infine in India, Cina e Indonesia. Per laggravarsi della cancrena a una gamba, provocata dallustione che aveva contratto avvicinandosi alla bocca di un vulcano attivo dellisola di Celebes (Sulawesi), il 25 dicembre 1830 morì mentre navigava, diretto ad Ambon, capoluogo dellarcipelago delle Molucche. La sua salma è sepolta nella chiesa di San Maurizio, una frazione di Conzano, in Monferrato, la "patria" del conte gira-mondo...

Riferimenti nell'epistolario di Luigi Canina e nella raccolta di biografie "degli italiani illustri" pubblicata nel 1836 da Emilio de Tiepaldo (1785-1878) attestano che Carlo Vidua si interessò di architettura e giardinaggio e progettò gli interventi di ristrutturazione delle tenute di famiglia in Monferrato, a Conzano e a San Maurizio di Conzano, che al proprio concittadino ha dedicato una casa-museo nell'elegante palazzina al centro del borgo, un edificio il cui impianto originario risale al XV secolo e che nel XVIII secolo venne abbellito con un loggiato e i cui interni furono adornati con affreschi eseguiti dal pittore Antonio Ivaldi detto il Muto (1810-1885),  tra cui spicca la serie che decora il salotto "cinese", una panoramica di paesaggi e scene bucoliche di paesi orientali, come quelli ammirati dal conte Vidua nel suo ultimo viaggio...  


Dell'istruzione di Carlo Vidua, a 4 anni rimasto orfano della madre - Marianna Gambera (1766-89), si occuparono don Giuseppe Mortara, suo precettore, e il padrino di battesimo del piccolo conte, il canonico Ignazio De Giovanni (1729-1801), la cui straordinaria collezione di manoscritti e libri è ora conservata nella stupenda Biblioteca del Seminario della cittadina. Il padre avrebbe voluto che il proprio unico figlio maschio intraprendesse la sua stessa carriera e al compimento dei 14 anni condusse il ragazzo a Torino per avviarlo agli studi in giurisprudenza, ma Carlo Vidua aveva altre inclinazioni: preferiva le belle arti e frequentava un gruppo di giovani intellettuali, tra cui Cesare Balbo (1789-1848), Roberto d’Azeglio e Santorre di Santarosa, che formavano l'Accademia dei Concordi, un "circolo" ispirato agli ideali libertari dell'indomito poeta e drammaturgo Vittorio Alfieri (1749-1803), nato ad Asti, perciò monferrino come il conte di Conzano. Inoltre, ricalcando le orme del nonno materno, Carlo Vidua volle fare esperienze di viaggio: nel 1809 soggiornò a Nizza e in Provenza, negli anni seguenti a Firenze, Roma, Milano e poi a Parigi, proprio nei periodi cruciali del 1814 e del 1815, quando Napoleone Bonaparte venne destituito ed esiliato e riaccolto dopo la fuga dall'isola d'Elba. I rivolgimenti politici a cui aveva assistito fecero maturare in lui la scelta decisiva: conoscere le grandi meraviglie del mondo e capire i prodigiosi cambiamenti della sua epoca. Cominciò l'impresa facendo un tour nell'Italia Settentrionale, un percorso "disegnato" ad anello intorno agli 8 grandi laghi alpini, e dal 1818 si avventurò alla scoperta di paesaggi, architetture e civiltà di ogni paese della Terra. Stimato dal celebre geografo e naturalista Alexander von Humboldt (1769-1859), che definì il "collega" esploratore un libero pensatore, Carlo Vidua fu un sociologo ed etnografo ante litteram, un acuto osservatore e analista delle società a lui contemporanee e un lungimirante collezionista di reperti antichi. In particolare, convinse il re sabaudo ad acquistare gli antichi oggetti egiziani raccolti dal console francese a Il Cairo e così, con l'acquisizione, a Torino giunse la prima dotazione del Museo Egizio, una delle maggiori e più importanti al mondo. Da ogni luogo, Carlo Vidua spediva a casa casse ricolme di oggetti che comprava o gli venivano regalati, inoltre di libri, giornali e riviste che documentavano la storia e la realtà dei luoghi che aveva raggiunto e i taccuini con le sue annotazioni, i suoi diari di viaggio... Ma la morte, improvvisa e prematura, non gli ha permesso di rielaborare i propri appunti e catalogare gli oggetti e documenti che aveva raccolto con tanta cura. I suoi eredi, il padre e i cugini Luigi e Clara Leardi, li hanno affidati in custodia al comune di Casale Monferrato e all’Accademia delle Scienze di Torino, dove nel 1833 venne registrata la donazione di «libri, codici manoscritti, oggetti di storia naturale, armi antiche e moderne, anticaglie e simili cose raccolte ne’ suoi lunghi viaggi dal conte Carlo» e a cui nel 1840 l'ultimo erede della famiglia Vidua consegnò oltre 1200 volumi di opere a stampa e manoscritte riguardanti il Messico, gli Stati Uniti d’America, le Filippine e la Cina, disegni, mappe, ritratti, giornali e oggetti sugli usi e costumi di vari popoli e il «rimanente de’ libri raccolti, e de’ manoscritti compilati ne’ suoi lunghi viaggi dal conte».


Una vita in viaggio, dal Monferrato all'Estremo Oriente, la mostra allestita al Museo Civico di Casale Monferrato, dove è in esposizione per tutto il 2019, e presentata con studi biografici curati dallo storico Roberto Coaloa, mette in risalto lo spessore e la poliedricità della figura del monferrino gira-mondo, che è stata "riscoperta" da Maria Palumbo Sormani, come Carlo Vidua una viaggiatrice curiosa e una collezionista di oggetti d'artigianato e antiquariato di ogni epoca e civiltà. Raccolte che la ricercatrice espone alla galleria dell'art-hotel LOCANDA DELL'ARTE di Solonghello, dove nel 2009 ha presentato originali d’epoca e riproduzioni dei memorabilia che l'esploratore monferrino conservò dal viaggio in Terra Santa e nel 2013 le proprie uova pasquali russe, pubblicando i cataloghi che illustrano e descrivono gli oggetti e alcuni reperti custoditi nei depositi museali del Monferrato - tra cui i preziosissimi doni che il conte di Conzano ricevette dallo zar di Russia - e fino ad allora non ancora mostrati al pubblico. 




Il menu del ristorante alla LOCANDA DELL'ARTE per il pranzo di Pasqua 2019 amalgama i sapori tradizionali della cucina tipica monferrina con aromi esotici, che narrano di tante vicende storiche e antiche leggende del Monferrato: le "grandi imprese" dei suoi marchesi, cavalieri e avventurieri, le fantastiche peripezie di un suo pastore, i viaggi e le esplorazioni del "suo" conte Carlo Vidua...