Una pronipote di Aleramo, nel 1087 la 13enne Adelasia del Vasto andò in sposa a Ruggero I d’Altavilla, uomo “assai bello, di alta statura e di proporzioni eleganti, pronto di parola, saggio nel consiglio, lungimirante nel trattare gli affari” che una 30ina d’anni prima aveva condotto una schiera di normanni attraverso l’Italia e alla conquista di Puglia, Calabria e Sicilia, dove aveva sconfitto i precedenti dominatori, gli arabi.
Il ruolo della dama monferrina nelle imprese dei cavalieri normanni in Trinacria è attestato dal Mandato di Adelasia, il documento cartaceo più antico d’Europa, e da molte cronache, in cui è riferito che vi giunse accompagnata da un gruppo di propri conterranei, il primo di altri. Fino al XIII secolo il flusso migratorio fu molto consistente, tanto che l’antico dialetto gallo-italico del suol d’Aleramo in Sicilia è tuttora parlato anche nelle isole linguistiche alloglotte dette colonie lombarde, cioè “dei longobardi”. Sicuramente gli interscambi produssero dei benefici in Monferrato, dove in un passato tanto remoto che adesso non si ricorda più quando vennero trapiantati il grano saraceno e il riso, la cui coltivazione i siciliani a loro volta avevano appreso dagli arabi, e chissà, forse anche l’usanza di piantare le rose “a guardia” dei vigneti…
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